Questa trascrizione dell'intervista si discosta lievemente in alcuni punti dall'originale per esigenze di editing.
Intervista a Anna Maria Sorrentino, coautrice insieme a Stefano Cirillo e Matteo Selvini di Entrare in terapia: Le sette porte della terapia sistemica, Raffaello Cortina Editore
Con Anna Renk, Claudia Tapparelli, Sabrina Scardua e Piera Serra
Questa trascrizione dell'intervista si discosta lievemente in alcuni punti dall'originale per esigenze di editing.
Come riassumeresti gli elementi essenziali del metodo PBSP?
Mah…sicuramente il corpo e come accedere alle informazioni che sono nel corpo utilizzando una modalità che il cliente capisca e di cui sia consapevole. La ragione per la quale sono così importanti le informazioni forniteci dal corpo è perché ci interessa se sono stati sufficientemente soddisfatti i bisogni maturativi delle persone durante la loro storia. Questo perché siamo convinti che noi vediamo il mondo attraverso le lenti della memoria e della nostra storia e se i nostri bisogni primari non sono stati soddisfatti, ripeteremo quella disfunzione nel presente e nel futuro. Quindi tracciamo [track] il modo in cui il cliente percepisce il presente, ne cerchiamo la ragione storica, troviamo il momento che non è stato soddisfacente e, infine, creiamo una nuova memoria; ma creeremo una nuova memoria accedendo alla sua parte emotiva e non alla parte cognitiva. Quindi creo una nuova memoria, entrando in contatto con la parte emotiva del cliente tramite ciò che è presente nel suo corpo, per poi fargli imprimere [imprint] una nuova memoria, come se fosse successa nel passato; in questo modo non sta semplicemente accadendo nel presente. Questa è una sintesi molto veloce dei fondamenti del mio lavoro.
Parte 1: Quando una persona narcisista manipola il o la partner, lo fa intenzionalmente?
Wendy, hai mai sentito uno dei tuoi clienti narcisistici ammettere di aver manipolato intenzionalmente il/la partner?
In verità loro nemmeno si accorgono che lo stanno facendo, questo è il punto! Quindi, non penso che sia intenzionale. Credo semplicemente che abbiano un’idea di cos’è meglio, e se qualcuno non sceglie la risposta che loro hanno scelto o che ritenevano corretta, si sentono insultati e criticano il partner per camuffare la loro vergogna. Non sanno nemmeno di averlo fatto davvero… se dicessi: “Guarda, hai offerto due scelte, questo è stato molto carino, molto cortese da parte tua, tu chiedi: “Cosa ti piacerebbe fare? Ti piacerebbe fare questo? Ti piacerebbe fare quello?” Il tuo partner dice: “Vorrei fare quello” e tu rispondi: “Che? È un’idea stupida!”
Germana Cavallini: Benvenuti a tutti. Ci troviamo alla scuola di psicoterapia Mara Selvini Palazzoli di Milano per affrontare il tema della ricerca in ambito psicoterapeutico. Parleremo col dottor Matteo Selvini. La creazione di una nuova manovra terapeutica da che cosa può essere favorita? E come avviene?